Ughetto, quando il tifo va nel cuore, nel ricordo del nostro Paolo Iannuccelli

LATINA – La mia amicizia non è mai mancata verso Ughetto Masullo, è stato il tifoso per antonomasia. Lo conoscevano tutti, in città godeva di popolarità, specialmente quando il Latina Calcio viaggiava bene in classifica. Proveniva da Cava dei Tirreni, si è trasferito a Latina a soli 12 anni. Una famiglia umile impegnata nel settore del commercio di generi alimentari. Ughetto è cresciuto in fretta tra calci al pallone, rincorse in piazza, giocate a biliardo al bar, sfide a carte ai tavolini delle osterie.

Un bel tipo, uno scugnizzo intelligente che si è sempre fatto valere come leader del gruppo. Si è distinto come giocatore di calcio nella squadra di Prima Categoria dei Forti e Liberi: “Giocavamo sul campo dell’Uccellara, allenati da quel grande tecnico che si chiamava Quinto Bernardini, un papà per tutti noi. Ero bravo a giocare in posizione di ala destra, segnavo goal a grappoli, mi divertivo un mondo. Latina, negli anni ’50, era abitata da poche persone, ci conoscevamo tutti”. Ughetto ha cominciato a seguire il Latina Calcio nel 1962.

Annunci

Raccontava con passione: “Disputavamo la Promozione, ricordo in panchina il Cavalier Banchetti che per scaramanzia usava sempre un paio di calzini gialli. Tempi eroici di un Latina che conquistò la serie D fino a vincere una splendida partita in trasferta sul campo sardo di Sorso. Eravamo un centinaio a seguire la squadra, su terreni difficili come Calangianus, Tempio Pausania, Olbia. Le trasferte erano lunghe all’interno della Sardegna, venivano effettuate in treno. Una volta Luciano Melloni, svegliatosi di soprassalto, tirò il freno del treno causando un vero e proprio caos. Finimmo su tutti i giornali, raccogliendo enorme simpatia. Il Latina a metà anni ’60 era formato da giocatori eccezionali, sempre pronti allo scherzo, alle burle, a tenere alto il morale della truppa, un gruppo fortemente attaccato alla città e ai colori sociali. Noi tifosi assistevamo a tutti gli allenamenti, in particolare a quello del giovedì quando il mister provava la formazione. Una volta arrivò un certo De Cristoforo che correva i 100 metri in 11 secondi netti. La sua apparizione nel provino fu positiva ma non riuscì mai a segnare molti goal in campionato”. Ughetto, diventato adulto, ha cominciato a collaborare con i genitori nel bar tavola calda e alimentari nei pressi delle Manifatture del Circeo. Tanto lavoro dalla mattina alla sera, con fughe di Ughetto almeno due volte al giorno per vedere gli allenamenti e discutere di calcio al bar dello Stadio, al bar del Corso, al Circolo Cittadino. Il giovane Masullo – in perfetto camice bianco da bottegaio di periferia avanzata – è diventato presto uno dei leader della tifoseria. Organizzava collette per sostenere la squadra, per finanziare il Latina  pagò personalmente una bella cifra.  I bar, negli anni Sessanta, avevano deciso di “imporre” ai clienti la tassa sulla Coca Cola e l’anno seguente quella sul caffè. Tempi belli per Ughetto che si innamorava facilmente delle belle e formose donne di campagna. Non si è mai sposato, anche se è stato più di una volta vicino all’altare. Il Masullo ha ottenuto maggiore notorietà quando sono nate le radio private. Si recava a Radio Latina 1, Musica Radio, Radio Pontina. Ogni lunedì la sua voce era ascoltatissima con dirette telefoniche e presenze in studio.

Disse a Musica Radio, davanti ad uno stupefatto Mario Di Lembo: “Ho appena firmato un pacco di cambiali per comprare dei giocatori, lo dico piano per non farlo sentire a mio padre”. Risata generale. In quel periodo, nel 1977, il Latina era allenato da Bebo Leonardi, grande amico di Ughetto: “E’ stato il più grande condottiero neroazzurro di tutti i tempi, un uomo che sapeva solamente vincere”, era solito ribadire. Una volta l’intervento telefonico di Ughetto fu interrotto bruscamente da Paolo Ciferri, detto Gaudenzio, un parcheggiatore che si trovava tutti i giorni davanti all’ufficio postale. L’inimitabile Paolo giocò un brutto scherzo a Masullo. Si recò davanti l’Intendenza di Finanza, inserì un gettone telefonico nella cabina dell’allora Sip e bloccò tutti i collegamenti con Musica Radio che non fu più in grado di ricevere telefonate in diretta dalla tifoseria. Il salto di qualità Ughetto lo ha compiuto nell’era della tv privata. Nel 1991, mese di ottobre, si collegò in diretta telefonicamente – non si sa bene come – con Gari TV a Cassino, Tele Lazio a Latina, Tele Etere a Doganella di Ninfa. Un capolavoro di equilibrio, diplomazia, bravura nella concertazione. Ughetto era cercato da tutti i cronisti: senza la sua voce non si cominciava la trasmissione. È stato capace di preparare 100 panini con la mortadella per la squadra Beretti in partenza per Celano. Masullo si è sempre opposto con fermezza a tutti gli ufficiali giudiziari, stoppandoli con prontezza mentre cacciavano i giocatori dagli appartamenti per il mancato pagamento della pigione. Arrivava con denaro contante. Francesco Mennella, noto imitatore di personaggi sportivi e non, era un vero e proprio cultore della voce di Ughetto. È stato capace di chiamare diversi emittenti in diretta, “spacciandosi” per Masullo del club Ultras, ingannando i conduttori e soprattutto i calciatori chiamati in causa, che l’indomani, saputo dello scherzo, lo avrebbero linciato volentieri. Adesso – purtroppo – il suo Latina è in serie D. Ughetto riposa in pace,con una maglia nerazzurra, nel cimitero di Borgo Montello.

Lascia un commento